Tutti a Trino per dire forte che... AL PIEMONTE E AL NOSTRO PAESE IL NUCLEARE NON SERVE!


Venerdì 19 marzo 2010 "Sinistra Ecologia Libertà - Con Vendola" organizza un'assemblea pubblica regionale a Trino Vercellese (sala auditorium "Famiglia Tricerri" c/o istituto comprensivo, via Vittime di Bologna 4) contro il ritorno all'energia nucleare e per l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

Questo il programma (inizio ore 14,30 circa):
Introduzione di Gianni MATTIOLI, segreteria nazionale "Sinistra Ecologia Libertà";
Interventi di:
- prof. Angelo TARTAGLIA, fisico del Politecnico di Torino;
- Fausto COGNASSO, comitato anti-nucleare;
- Grazia FRANCESCATO, comitato scientifico "Sinistra Ecologia Libertà"

Saluto di Mercedes BRESSO, candidata presidente Regione Piemonte

OdG sul nucleare approvato dall'Assemblea Nazionale di "Sinistra Ecologia Libertà"


L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

è contraria

alla reintroduzione in Italia del nucleare come fonte di energia elettrica.
Il Governo ha forzato la mano e ha fatto approvare il suo disegno di legge con il voto di fiducia tentando così di capovolgere il risultato del referendum popolare del 1987, che a grande maggioranza ha deciso di chiudere con il nucleare in Italia;

condanna
questo sostanziale disprezzo della volontà popolare, infatti il Governo cerca di ribaltare, compiendo una grave forzatura, il risultato del referendum popolare. La maggioranza delle Regioni ha giustamente fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro questa legge per ottenere il rispetto del dettato della Costituzione che garantisce loro un ruolo di codecisione in materia di localizzazioni, di politiche di sviluppo, di salute e di tutela dell’ambiente, poteri che il Governo vorrebbe di fatto eliminare. La questione è ancora più grave, se possibile, per i Comuni, le Province e le comunità locali a cui si tenta comunque, in caso di dissenso, di imporre per legge le decisioni del Governo attraverso anche la militarizzazione dei siti prescelti per gli insediamenti nucleari, che verrebbero sottratti di conseguenza ad ogni possibilità di controllo da parte della popolazione e dei suoi rappresentanti. La scelta del Governo di reintrodurre il nucleare in Italia, assecondando la pressione dell’ENEL, è una follia economica che per le prime 4/5 centrali costerebbe non meno di 30 miliardi di euro solo per la loro costruzione (tanto è vero che il Canada ha rinunciato a costruire nuove centrali per i costi troppo elevati) a cui andrebbero aggiunti i costi enormi per lo smaltimento delle scorie e poi in futuro lo smantellamento delle stesse centrali. Smaltimento delle scorie radioattive (parte delle quali attive per centinaia di migliaia di anni) che nessuno al mondo ha fino ad ora risolto adeguatamente, tano meno il Governo italiano, e che ammontano in Italia a 55.000 metri cubi solo per l’eredità della precedente avventura nucleare e il cui costo grava tuttora sulla bolletta elettrica degli italiani. Le scorie radioattive sono la peggiore ipoteca possibile sulle future generazioni, infatti a fronte di un funzionamento limitato ad alcuni decenni delle centrali vi sarebbe la permanenza delle scorie per un tempo migliaia di volte superiore. Il Governo parla di produrre da nucleare il 25% di energia fingendo di dimenticare che il nucleare può fornire solo energia elettrica che è poco più del 20% dell’energia totale impiegata e quindi il suo piano nucleare riguarda in realtà il 5% di tutta l’energia, mentre gli impegni europei del 20/20/20 riguardano tutta l’energia. Impegnare enormi risorse private e pubbliche per il nucleare impedirebbe di fatto al nostro paese – che per di più ha risorse disponibili limitate – di sviluppare le fonti energetiche rinnovabili da sole, vento, acqua, terra. Le fonti energetiche rinnovabili sono pulite e il loro sviluppo consentirebbe all’Italia di iniziare a rientrare ben prima del 2020 nei parametri europei già vigenti del 20/20/20 (ove non rispettati l’Italia subirebbe una multa di3,6 milioni di euro al giorno) e di raggiungere una rilevante autonomia energetica che invece il nucleare non può garantire perché l’Italia dovrebbe acquistare dall’estero l’uranio – risorsa esauribile come il petrolio – e le relative tecnologie;

segnala
che il nucleare provoca anche grave inutile spreco di risorse idriche e che il piano Lega Ambiente – CGIL per lo sviluppo delle fonti rinnovabili conferma invece che l’Italia, impegnando le sue risorse nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico, potrebbe ottenere risultati rilevanti nello sviluppo tecnologico, nella ricerca e potrebbe creare 100.000 posti di lavoro qualificati, cioè almeno 50 volte il nucleare. Non è vero nemmeno che il nucleare farebbe costare meno l’energia. Se tutti i costi venissero calcolati – dalla costruzione allo smaltimento delle scorie – il costo dell’energia prodotta da questa fonte sarebbe certamente più alto dell’eolico e dell’idroelettrico e del tutto paragonabile anche ad altre fonti rinnovabili. Anzi è ormai del tutto evidente che malgrado tante rassicurazioni lo Stato dovrebbe intervenire, per stessa ammissione della lobby nuclearista, sia favorendo i prestiti a lunghissima scadenza, sia partecipando in qualche forma al capitale, sia con garanzie tariffarie. Tuttavia anche una valutazione non artefatta dei costi reali del nucleare viene dopo la questione prioritaria della sicurezza per la popolazione e per l’ambiente. La nuova carta sismica italiana, la nuova dislocazione territoriale della popolazione creano un primo vincolo che rende impossibile trovare localizzazioni per centrali nucleari, con le conseguenze accertate di mortalità tra le popolazioni e i lavoratori, senza dimenticare il loro enorme consumo di acqua. Gli incidenti ripetuti in centrali collocate all’estero, anche senza arrivare al disastro di Chernobyl, la censura severa decisa dalle Agenzie per la sicurezza di Francia, Inghilterra e Finlandia verso i costruttori di centrali sui sistemi informatici di sicurezza, avvenuta dopo i precedenti richiami sulla qualità della costruzione dei prototipi di Okilhuoto e di Flamanville, confermano che il nucleare oggi disponibile non garantisce la sicurezza delle popolazioni e dell’ambiente. Per di più la legge voluta dal Governo crea un’Agenzia per la sicurezza del tutto inadeguata al compito di tutelare la sicurezza delle persone: organici inadeguati e senza sufficiente professionalità, risorse pressoché inesistenti consegnano di fatto la salute e la vita dei cittadini in ostaggio ai costruttori, senza che la struttura preposta alla sicurezza sia messa in grado di intervenire adeguatamente;

consapevole che
il Governo ora sta ritardando le decisioni sulla localizzazione dei siti nucleari per evitare che questo tema entri nella prossima campagna elettorale. La reazione di Scanzano Ionico sulle scorie ancora viva nella memoria;

SI IMPEGNA
per un no netto alle centrali nucleari nei programmi elettorali che SEL sosterrà nelle prossime elezioni regionali, sviluppando tutte le iniziative necessarie per informare e mobilitare le elettrici e gli elettori.

Infine
l’Assemblea Nazionale di SEL
•sostiene pienamente le iniziative del Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare, che ha sempre teso a coinvolgere unitariamente tutte le forze sociali e politiche disponibili;
•lancia a livello nazionale regionale e locale campagne per il potenziamento al ricorso a tutte le energie rinnovabili;
•sostiene l’urgente definizione di un piano energetico di coordinamento nazionale dei piani energetici regionali;
•auspica che tutte le ulteriori decisioni di mobilitazione – compresa quella della eventuale promozione di un referendum abrogativo della legge 99/2009 – siano adottate attraverso una discussione comune e con una decisione unitaria che veda la partecipazione di tutti i soggetti interessati;

Nichi Vendola, Alfiero Grandi, Valerio Calzolaio, Gianni Mattioli, Loredana Mozzilli, Roberto Musacchio, Grazia Francescato, Patrizia Sentinelli, Mirko Lombardi